Gli italiani residenti all’estero iscritti all’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero (AIRE) sono 5,8 milioni. La tendenza a trasferirsi all’estero, però, non è uguale in tutte le parti d’Italia.
La quota della popolazione che lascia il Paese per andare all’estero cambia da provincia a provincia. Le province dove la quota di persone che ora vivono all’estero – rispetto alla popolazione – è più alta sono: Enna (517 ogni 1000 abitanti), Agrigento (384 ogni 1000 abitanti), Isernia (372 ogni 1000 abitanti), Vibo Valentia (344 ogni 1000 abitanti), Potenza (334 ogni 1000 abitanti) e Campobasso (305 ogni 1000 abitanti). Le province, invece, in cui questa quota è più bassa sono Lodi e Prato (28 ogni 1000 abitanti), Grosseto, Monza-Brianza e Siena (36 ogni 1000 abitanti) e Viterbo (37 ogni 1000 abitanti).
Come sono cambiate queste tendenze nel tempo? Rispetto al 2019, l’aumento più marcato è stato registrato nella città di Bologna (+26,3% nel 2023), Venezia (+23,1%), Firenze (+20,4%), Milano (+18%), Torino (+17,8%). Gli aumenti minori, invece, si registrano dove già le percentuali erano già alte, specialmente al Sud (Reggio Calabria e Messina).
A questo proposito, nonostante negli ultimi anni l’aumento delle fughe all’estero abbia riguardato maggiormente le province lombarde, venete ed emiliane, l’impatto più significativo delle uscite rispetto alla popolazione rimane concentrato al Sud.
Anche queste differenze vanno considerate nell’affrontare il problema complesso della fuga dei cervelli.

(da www.willmedia.it)
Al 1° gennaio 2023, il Viminale ha certificato che poco meno di 6 milioni di italiani, pari a circa un decimo della popolazione residente, sono iscritti all’Aire, e quindi stabilmente all’estero da oltre 12 mesi. Nonostante un rallentamento dopo la pandemia, la fuga dal Bel Paese nel 2022 ha coinvolto 127.350 persone che si sono iscritte all’anagrafe degli italiani residenti all’estero tra gennaio e dicembre.
I dati del ministero dell’Interno sono stati anticipati al Sole 24 ore che evidenzia come siano soprattutto i giovani a emigrare: ogni 100 residenti in Italia con meno di trent’anni se ne contano 10,7 che hanno scelto di trasferirsi all’estero, per un totale di oltre 1,8 milioni di iscritti under 30. L’incidenza scende a 8,6 ogni 100 tra gli over 60.
Secondo Delfina Licata, responsabile del dossier annuale “Italiani nel mondo”, l’incertezza sulla sicurezza causata dalla pandemia avrebbe in parte frenato i trasferimenti definitivi oltre confine, che portano alla perdita dell’assistenza sanitaria pubblica. In ogni caso le nuove iscrizioni all’Aire sono salite del 12,2% rispetto a prima dell’emergenza Covid-19.
L’iscrizione all’Aire è obbligatoria per legge dopo 12 mesi di residenza continuativa oltreconfine e fa perdere il diritto al sistema sanitario nazionale. Riguardo alle province dalle quali si parte di più, Mantova segna il trend di crescita più elevato: gli emigrati oltreconfine provenienti da questo territorio sono passati dai 28.734 del 1° gennaio 2019 ai 40.325 del 1°gennaio 2023 (+40,3%, di cui 2.804 sono le nuove iscrizioni registrate solo nel corso del 2022.
In base agli studi della Fondazione Migrantes, aumentano le partenze di uomini, diminuiscono quelle di donne, quasi azzerate quelle dei minori. A partire sono soprattutto lavoratori, da soli e senza la famiglia. Crescono le iscrizioni dei giovani e, in particolare dopo la pandemia, quelle di italiani tra i 30 e i 40 anni, con un’identità professionale già ben definita.
(da www.tg24.sky.it)
La formazione professionale al servizio dei territori e delle imprese
La fuga dei giovani italiani all’estero è un fenomeno che affligge l’Italia da molti anni e rappresenta una vera e propria sfida per il Paese. Tra le principali ragioni che spingono i giovani a cercare fortuna altrove, vi sono la mancanza di opportunità lavorative, la precarietà del lavoro e la mancanza di prospettive di carriera.
Per contrastare questo fenomeno è necessario adottare una serie di politiche e strategie che possano incentivare la permanenza dei giovani in Italia. Tra queste, la formazione professionale rappresenta uno strumento di fondamentale importanza.
La formazione professionale, infatti, consente ai giovani di acquisire competenze specifiche e di elevare il proprio livello di qualificazione. Questo può facilitare l’accesso al mondo del lavoro e, di conseguenza, migliorare le opportunità di carriera. Può favorire la creazione di nuove imprese e di nuove attività economiche. Infatti, i giovani che acquisiscono competenze tecniche e professionali possono mettere a frutto le loro conoscenze creando nuove start-up o lavorando come liberi professionisti.
In questo modo, la formazione professionale può rappresentare una soluzione concreta per contrastare la fuga dei giovani italiani all’estero, offrendo loro la possibilità di acquisire competenze specifiche e di elevare il proprio livello di qualificazione, si possono migliorare le opportunità di lavoro e, di conseguenza, incentivare la permanenza in Italia.
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