Il settore biomedicale è da sempre sinonimo di innovazione. Con il distretto di Mirandola come polo di eccellenza europeo, oggi affronta una sfida decisiva: integrare alla trasformazione digitale la transizione ecologica. In questo scenario l’eco-design biomedicale diventa un requisito strategico che ridefinisce processi, materiali e competenze.
In questo articolo esploriamo il significato di eco-design applicato alla filiera biomedicale, le sue applicazioni pratiche e le abilità richieste ai professionisti del futuro.
Cosa significa Eco-design nel biomedicale
L’eco-design, o progettazione sostenibile, è un approccio che considera l’intero ciclo di vita del dispositivo medico: dalla scelta delle materie prime fino allo smaltimento. Non si limita a ridurre l’impatto ambientale, ma trasforma la sostenibilità in un vantaggio competitivo.
Al centro vi è la Life Cycle Assessment (LCA), un’analisi scientifica che valuta l’impronta ecologica del prodotto. L’obiettivo è sviluppare dispositivi progettati per durare più a lungo o, nel caso del monouso, che siano riciclabili o facilmente smaltibili. Questo approccio traduce i princìpi dell’economia circolare in soluzioni concrete, aprendo la strada a mercati internazionali sempre più attenti agli standard ambientali.
L’adozione di pratiche sostenibili nella filiera biomedicale porta a risultati tangibili, che rafforzano competitività e conformità normativa (MDR e ISO 13485). Alcuni esempi:
- Materiali biocompatibili e sostenibili: ricerca di polimeri e leghe metalliche sicure per l’uso medico, ma anche riciclabili o derivati da fonti rinnovabili.
- Processi produttivi ottimizzati: applicazione delle logiche dell’Industria 4.0 per ridurre sprechi energetici e materiali, ad esempio nello stampaggio plastico a iniezione o nelle lavorazioni CNC di precisione.
- Dispositivi pensati già in fase di design per essere facilmente disassemblati e smaltiti, con componenti separabili e materiali riciclabili o trattabili senza rilascio di sostanze nocive.
Le competenze richieste ai professionisti
La sostenibilità richiede nuove competenze. Le imprese non cercano più solo progettisti: cercano tecnici capaci di unire innovazione e responsabilità ambientale.
Le abilità più richieste includono:
- padronanza del disegno tecnico e della modellazione 3D con software CAD/CAE;
- conoscenza delle tecnologie additive (stampa 3D) per prototipazione rapida e produzione ottimizzata;
- competenze sui materiali avanzati e biocompatibili, valutandone anche l’impatto ambientale;
- capacità di applicare principi di eco-design e analisi LCA fin dalle prime fasi di progettazione;
- conoscenza degli standard normativi di settore (ISO 13485, MDR).
Accanto alle competenze tecniche, restano fondamentali abilità trasversali come il lavoro in team interdisciplinari e una comunicazione chiara ed efficace.
La risposta della formazione
Per acquisire questo mix di competenze digitali e sostenibili servono percorsi formativi mirati, come il corso IFTS “Tecnico del Disegno Meccanico per la filiera Biomedicale: 3D, Sostenibilità e Intelligenza Artificiale”.
Il corso ha una durata complessiva di 800 ore, distribuite tra lezioni in aula, project work e stage. In particolare, 340 ore sono dedicate alla formazione teorico-pratica, di cui circa 80 si svolgono online in modalità sincrona; 60 ore sono riservate al project work, durante il quale i partecipanti sviluppano un componente biomedicale innovativo; e ben 400 ore sono dedicate allo stage presso le imprese del distretto, per mettere subito in pratica le competenze acquisite.
Il valore formativo del percorso è stimato in circa 8.000 euro per partecipante, ma l’intero corso è completamente gratuito grazie al finanziamento della Regione Emilia-Romagna e del FSE+. Al termine, chi avrà frequentato con profitto otterrà il Certificato di Specializzazione Tecnica Superiore, riconosciuto a livello nazionale ed europeo e corrispondente al V livello EQF.
Grazie alla collaborazione con le imprese del distretto di Mirandola, il corso rappresenta un vero ponte verso l’occupazione.
La transizione ecologica nel settore biomedicale non è più un’ipotesi futura: è una realtà già in atto, che apre nuove opportunità professionali. Le aziende hanno bisogno di tecnici formati, in grado di unire innovazione e sostenibilità.
Investire oggi in un percorso di formazione tecnica superiore come l’IFTS significa diventare protagonisti di un cambiamento che ridefinisce il futuro della progettazione industriale e della filiera biomedicale.
Iscriviti subito: i posti sono limitati a 15.