MIRANDOLA, SICURFORM ITALIA PARTNER DELL’EVENTO CONOSCERE PER GARANTIRE INCLUSIONE DI A.S.P. AREA NORD

Una giornata ricca di spunti, di riflessioni e di possibilità di crescita: ecco riassunto giovedì 24 ottobre per Sicurform Italia. All’auditorium Rita Levi Montalcini di Mirandola, infatti, si è svolto proprio in questa data un evento formativo tenuto dall’Azienda Pubblica dei Servizi alla Persona (ASP) dei comuni modenesi dell’area Nord e da Sicurform Italia Group, ente gestore dell’evento, da anni partner sul territorio modenese.  Rivolto a psicologi, educatori, tecnici della riabilitazione psichiatrica, terapisti occupazionali e assistenti sociali, ma anche alla cittadinanza e ad associazioni del territorio, ”Conoscere per garantire inclusione: un cambio di prospettiva nei servizi” ha coinvolto diverse docenti e provider di servizi per persone con disabilità. 

L’evento è stato pensato proprio per gli addetti ai lavori, in modo da unire la curiosità alla professionalizzazione. Infatti, “Conoscere per garantire inclusione: un cambio di prospettiva nei servizi”, essendo gestito da Sicurform Italia, ha potuto fornire crediti ECM e crediti per l’Albo dei Servizi Sociali, dato l’importanza dei temi trattati e la prevalente impronta scientifica. Per la buona riuscita dell’evento, ASP e Sicurform Italia hanno collaborato per diverse settimane, a stretto contatto, in modo da poter fornire un’occasione di crescita per entrambe le imprese, per gli utenti e per gli operatori socio-sanitari.

Il tema principe della giornata è stato proprio la disabilità, o meglio, l’inclusione e la comprensione delle persone con disabilità. Viviamo ancora in una società abilista, in cui regnano pregiudizi, stereotipi e una visione paternalista della disabilità. L’evento ha avuto come obiettivo quello di tratteggiare una società che sia veramente inclusiva, dove ogni persona venga riconosciuta e valorizzata per le sue unicità. Per fare ciò, è percorribile una sola strada: l’educazione e la sensibilizzazione sociale, attraverso iniziative di formazione, campagne informative e collaborazioni tra istituzioni e organizzazioni.

Quello che ha contraddistinto l’evento mirandolese è stata la sinergia fra le varie realtà coinvolte: ognuna con metodi e tempi diversi, ma unite da un solo obiettivo, il miglioramento delle condizioni di chi vive con la disabilità. Anche l’esperienza degli enti è stata un valore aggiunto: da anni tutte le associazioni partecipanti lavorano ogni giorno sui temi dell’integrazione della disabilità e della cittadinanza attiva e consapevole.

In apertura, i saluti istituzionali di Letizia Budri, sindaca di Mirandola, Alberto Calciolari, sindaco di Medolla e da Roberta Gatti, direttrice generale di Asp Area Nord. I tre esponenti delle autorità hanno voluto evidenziare quanto la formazione e la conoscenza siano essenziali per combattere la discriminazione e il pregiudizio per quanto riguarda le persone con disabilità. E proprio con la parola pregiudizio si è aperto l’evento: la parola e la sua definizione proiettate sullo schermo, le luci abbassate, un sottofondo musicale. Poi, la comparsa di alcuni operatori e utenti che portavano addosso un cartello, recanti delle parole dispregiative nei confronti delle persone con disabilità, come sfortunato, anormale, inutile, poverino e incapace. Inutile negarlo: il pregiudizio nei confronti delle persone con disabilità è ancora presente, ma con le giuste iniziative, come la giornata del 24 ottobre, lo si può combattere. A presentare e a moderare l’evento, la dott.ssa Tiziana Bizzarri, che da subito ha fatto capire il filo conduttore della giornata: la forza della parola.

I lavori sono iniziati con l’intervento della dott.ssa Katia Caravello, “Semplicemente persone. Pregiudizi e stereotipi sulle persone con disabilità”. Psicologa, lei stessa è una persona con disabilità, condizione che vive sulla sua pelle ogni giorno. L’ignoranza è ancora dilagante e spesso le persone mancano di consapevolezza nei confronti di individui con disabilità, partendo proprio dal linguaggio che si utilizza comunemente, che spesso mette al centro aspetti negativi del singolo, ma non il fatto che sia una persona con dei bisogni. Ci ritroviamo in una società ancora troppo abilista, dove le persone con disabilità non possono vivere come tutti in ogni campo: dalle istituzioni, alle infrastrutture, fino ad arrivare alle tecnologie.

In seguito, la dott.ssa Maria Giulia Bernardini ha tenuto un intervento su “Il diritto di scelta. Dall’invisibilità delle persone con disabilità all’autodeterminazione”. Nell’ora e un quarto che le è stata concessa, l’esperta è partita da come, ancora oggi, vi sia un’ oggettificazione dei disabili, quando in realtà avremmo bisogno di soggettificarli. Dal modello medico, in cui essi erano concepiti come sfortunati e malati, stiamo lentamente passando al modello sociale, in cui la disabilità non è meramente un fattore psicologico o fisico dell’individuo, ma diventa tale in concomitanza con l’ambiente e il contesto. Da qui, il riconoscimento alle persone disabili di poter avere una vita indipendente ed essere inclusi nella società, che sia effettivamente autonoma e rispondente alle volontà e preferenze del singolo.

Dopo i primi due interventi, si è aperto un dibattito con tutta la platea di professionisti, a cura della dott.ssa Tiziana Bizzarri, in cui sono state avanzate domande, ma anche riflessioni, da parte di operatori che lavorano quotidianamente con persone con disabilità.

In seguito alla pausa pranzo, culminata con un buffet a cura di ASP Area Nord, si sono ripresi i lavori con un cambio di location: il palco è diventato un salotto, in cui i partecipanti hanno potuto dialogare fra di loro. Prima, però, la lezione della Coordinatrice area handicap dell’AUSL di Modena, dott.ssa Luana Reggiani, “La sfida dell’integrazione socio-sanitaria nei nuovi modelli organizzativi”. L’integrazione socio-sanitaria rappresenta il pilastro su cui orientare, negli anni a venire, la cura dell’essere umano: con questo approccio è possibile, infatti, promuovere la qualità di vita a 360 gradi, considerando salute fisica/psicologica e socialità come un tutt’uno. Ciò è possibile solamente costruendo attività volte a soddisfare i bisogni delle persone più fragili sul territorio attraverso percorsi assistenziali integrati, includendo in questi prestazioni sanitarie e azioni di protezione sociale. Tutto parte dal singolo individuo: prima è necessaria una valutazione del bisogno sanitario e sociale. Solo in seguito è possibile costruire, insieme a personale medico, infermieristico, riabilitativo e di servizio sociale, un progetto personalizzato che tenga conto degli obiettivi sanitari e sociali. Con il PNRR, ciò si deve sviluppare con integrazioni più profonde tra i vari settori professionali e sul territorio: ben 1355 case della comunità saranno introdotte in Italia, con lo scopo di migliorare l’accesso a questa tipologia di servizi.

Poi, una parte decisamente più operativa: un dialogo tra i protagonisti della rete, con un gioco di ruolo di mezz’ora atto a unire la platea e a simulare un caso concreto di integrazione socio-sanitaria. La sfida? Mettersi nei panni di un altro operatore socio-sanitario, con un ruolo diverso dal proprio, per poter riflettere insieme su quanto sia difficile gestire le situazioni, ma anche per far capire quanto sia necessario l’aiuto reciproco, la comunicazione e la collaborazione fra le diverse professionalità, avendo sempre al centro il benessere della persona.

È giunto il turno del Centro Occupazionale Arcobaleno di ASP Comuni Modenesi Area Nord, partner di Adecco, agenzia del lavoro, e di La Bella Sfilza, ristorante e cooperativa sociale. Nel suo spazio di mezz’ora, il Centro ha voluto raccontare la sua azione di team building con i suoi partner sul territorio, testimoniando come è riuscito a favorire una comunicazione positiva e circolare tra i vari gruppi di lavoro, indirizzati verso un obiettivo comune: valorizzare le potenzialità individuali attraverso la formazione peer to peer e promuovere la cittadinanza e la sensibilità partecipata. I risultati sono visibilissimi: dal 2023, il Centro Occupazionale Arcobaleno ha prodotto cornici di legno con parole significative, 80 gadget di legno personalizzati, fiori di carta e un laboratorio di carta riciclata.

In seguito, è stato presentato il progetto “Legami”, a cura del Centro Sociale Riabilitativo Tandem di Finale Emilia, del Centro Sociale Educativo Il Girasole, in collaborazione con Domus Assistenza Società Cooperativa Sociale. “Legami” viene descritto come un luogo di incontro e di scambio, dove l’attività condivisa rinforza le relazioni esistenti e ne crea di nuove, nato a Finale Emilia in seguito alla pandemia di Covid-19. Il progetto nasce dalla volontà di sostenere i disabili in caso di trasferimento da un servizio all’altro, mantenendo i contatti e la relazione col servizio di provenienza, ma anche di creare legami, promuovere l’autodeterminazione e promuovere una cittadinanza attiva. Per ora, sono state realizzate due edizioni del progetto, una nel 2023 e una quest’anno: entrambe sono strutturate su una quindicina di incontri, in gruppi di 15-20 persone, e hanno al centro attività come l’arteterapia, la danza-terapia, il laboratorio creativo e di stimolazione cognitiva, ma anche picnic sul territorio, cucina e rilassamento. Sono stati rilevati, in ambo le edizioni, diversi benefici: la partecipazione degli utenti è costante e attesa con entusiasmo, il contenimento dei comportamenti problematici durante lo svolgimento delle attività e la creazione di legami emotivi e relazionali è stata significativa.

Il Servizio di Educativa Domiciliare e i volontari del Servizio Civile Universale 2023-24 sono stati gli ultimi ospiti della giornata. Essi hanno esposto il progetto “Il pentolino di Antonino: dal libro alla realtà di ASP Area Nord – Cultura Solidale tra Generazioni”, che ha coinvolto il Centro Diurno Anziani “I Tigli” di Concordia sulla Secchia, il Centro Socio-Riabilitativo Diurno Tandem di Finale Emilia e il Servizio di Educativa Domiciliare di Concordia sulla Secchia. L’obiettivo è stato quello di promuovere il coinvolgimento intergenerazionale nei servizi rivolti ad anziani, minori e persone con disabilità attraverso attività come la tombola, la danza-terapia, il gioco dell’oca, il bowling e lavori di creatività. Ciò per cercare di ridurre il problema dell’emarginazione e dell’isolamento, ma anche di offrire ai partecipanti la possibilità di svolgere un ruolo attivo nel gruppo misto, di favorire la riflessione e di aumentare i servizi dell’area disabili e anziani, rendendoli trasversali. Tutto riassumibile in: ognuno porta con sé la propria croce, ma l’importante è continuare a camminare, magari accompagnati dagli altri, perché solo così si può mostrare al mondo e a se stessi le proprie potenzialità, ma anche trovare la felicità. 

Al termine dell’intervento, l’ultimo dibattito con la platea e un’attività interattiva. È infatti stato chiesto ai partecipanti di scrivere, tramite un’app, i loro sentimenti alla fine della giornata. Le più gettonate sono state: amore, felicità, collaborazione, fiducia e comprensione. E, d’un tratto, l’invasione di utenti e operatori con un cartello recanti parole positive, contro lo stigma.

Sicurform Italia e ASP Area Nord si augurano che questo evento abbia messo in evidenza delle buone pratiche nel campo del trattamento e della convivenza con la disabilità agli operatori del settore, ma anche che ciò apra la strada ad altre occasioni analoghe, in cui temi come questo stiano al primo posto. Per una società più attenta, più inclusiva e più attiva, per una crescita culturale armonica sul territorio, per il benessere di tutti e tutte.